Tappeti del Marocco - Palazzo del Monferrato

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ARCHIVIO / Tappeti del Marocco

11 dicembre - 30 dicembre 2012


Il Marocco è uno dei paesi del mediterraneo impastato di storia e cultura, è stato nei millenni un crocevia di svariate civiltà. E anche se molti paesi hanno perduto le loro tradizioni di produzione a carattere culturale, il Marocco è rimasto la culla di un artigianato che vive, il riflesso di una combinazione di influenze etniche e di valori che ha saputo preservare e che costituiscono la sua personalità. Nella ricca diversità delle attività artigianali, la tessitura tradizionale occupa una posizione consolidata e nonostante un tempo fosse un lavoro sia maschile che femminile, attualmente invece, costituisce un’attività esclusivamente femminile.
La tessitrice marocchina che sia di origine rurale o cittadina, è portata dalla sua natura sognatrice e contemplativa a esprimersi nelle forme spontanee dell’arte, ha conservato attraverso gli sconvolgimenti consecutivi della storia, molte delle sue qualità spontanee, che si manifestano nelle arti manuali in un modo spesso insuperabile. Nell’artigianato marocchino, la tessitura dei tappeti costituisce uno dei mezzi di espressione popolare tra i più privilegiati ed essendo soprattutto l’opera di tessitrici, il tappeto conferisce alla donna una piena realizzazione sociale, è attraverso questo oggetto che lei esprime sia le sue emozioni, i suoi conflitti, le sue sfortune che le sue aspirazioni e le sue euforie.
La scelta degli elementi di decoro, di motivi e di colori è il frutto di una reale immaginazione. Se indietro nel tempo il tappeto era soprattutto opera dei paesi di montagna, attualmente è diventato un oggetto di utilità e d’arte, comunemente condiviso tra le città e le campagne.
Per quanto riguarda i tappeti di origine rurale, essi riflettono l’espressione di un’arte primitiva; opere spontanee alla ricerca di armonia attraverso i grandi paesaggi delle campagne, i massici montani, e le oasi, esse sono essenzialmente destinate ad usi domestici e per questo motivo diventano appannaggio delle donne.

I tappeti cittadini, invece, si ispirano da un arte arabo-andalusa di stile islamico e di espressione prodigiosamente varia. L’esposizione intitolata “ fils de lumière” , è un evento, che corona due decenni di cooperazione Italo - marocchina, questa collaborazione che è iniziata attraverso l’elaborazione di uno studio molto esauriente sull’artigianato nella regione di Chaouia Ouardigha, ha permesso la messa in pratica di un progetto i cui obiettivi sono quelli di formare e di iniziare le tessitrici di questa regione, in questo caso quelle della città di Bujâad, alle vecchie tecniche di tessitura.
Le tessitrici sono quindi dotate di un’abilità ancestrale che esse avevano perso da più di una generazione. Questo progetto è stato condotto e gestito dall’ICS e finanziato dalla Regione Piemonte nell’ambito di un Accordo di Programma Quadro con il Ministero Affari Esteri. Questa iniziativa ha permesso alle tessitrici la produzione di esemplari straordinari. Durante l’evento “fils de lumiere” una quarantina di tappeti de Bujâad saranno esposti al pubblico di Alessandria più un’ altra quarantina di tappeti provenienti da diverse regioni del Marocco. La decorazione spontanea di questi esemplari è realizzata sulla base degli elementi di decoro come la linea, il triangolo,il quadrato, il rombo etc ..
I disegni e i motivi decorativi che costituiscono questo patrimonio artistico sono tanto elementi simbolici portatori di significati quanto credenze che denotano una diversità culturale esuberante. L’evocazione dei tappeti risale ai tempi della preistoria, Plinio il vecchio racconta che fino al XIII secolo a.c. i tappeti erano dei tessuti sacri utilizzati per decorare le mura dei luoghi santi. E fu appena dopo la fine della guerra di Troia che cominciò l’uso dei tappeti come oggetto di copertura del suolo. Da allora la produzione si è evoluta ovunque nel mondo.

Catalogo mostra in pdf (80 MB)

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